martedì 18 dicembre 2007
Questione di tempismo
martedì 11 dicembre 2007
Viaggi di Natale
martedì 13 novembre 2007
Casalinghe non disperate!
Non è stato facile accorgermene. Infatti a volte si scopre un cambiamento in sé, proprio quando lo si vede nelle persone che si hanno accanto. Mariti o mogli, genitori, amici o colleghi.
L'altra sera me la stavo proprio ridendo, impaninata tra una pizza e una coca, con le mie amiche.
Quando parlo di amiche, intendo quelle amiche che un po' ti rappresentano, che per qualche motivo o aspetto sono l'immagine di un lato del nostro carattere e del nostro modo di fare. Investite di tutta questa rappresentatività, neanche fossero un membro del mio Parlamento personale, le osservo e deduco dai loro comportamenti ciò che più mi riguarda. Una di loro è appena andata a vivere per i fatti suoi. Casa nuova, bella (tra l'altro ancora complimenti), grande. Potenzialmente con due bimbe, poteva diventare una babele del disordine. Specie se gestita dalla persona alla quale avevo scritto LAVAMI nella polvere del comò, scritta ritrovata a settimane di distanza. Nella nuova casa, cosa sarebbe successo? Apro intimidita un cassetto. Mi cadono dentro gli occhi e mi rimbalzano sulla pizza. ORDINE. Trovo lì dentro l'ordine allo stato puro. L'idea platonica di ordine. Il mio cervello richiama immediatamente alla memoria l'immagine del mio cassetto. Lo stesso. Il secondo a partire dall'alto della cucina. Quel cassetto dove non si trova mai niente, dove sembra sia passato UnaBomber buon'anima.
Dentro di me il mio orgoglio di casalinga rimane ferito. Una macchia indelebile sulla tovaglia pulita di bucato. Nel mio weekend passato, l'ho pulita con impegno. Mi sono messa lì e ho messo in ordine il maledetto cassetto rovina reputazione.
Ed è stato lì che ho capito che avevo fatto il salto. E sì. Ero passata al di là della barricata. Da teenager impenitente attempata a casalinga medaglialmerito.
Mi ha consolato l'idea che almeno, cara Roby, siamo in due ad aver fatto il salto!!
mercoledì 10 ottobre 2007
Tra vischio e cambio armadi
giovedì 4 ottobre 2007
Femminismo e femminilità
A questo punto, mi viene da chiedere, meglio femminismo o femminilità?
mercoledì 19 settembre 2007
Brutte abitudini
Vado sempre dallo stesso parrucchiere cambiando raramente pettinatura. Il parrucchiere, Luca, è più abitudinario di me. Quando gli propongo cose nuove, me le boccia tutte, cercando di conservare il look originale. Compro i vestiti quasi sempre negli stessi due o tre negozi. Le scarpe sempre nello stesso. Ogni tanto, quando mi prendo una sbandata per un altro, vengo severamente punita da dolori lancinanti ai miei pieduzzi delicatissimi e torno da Lui, anche detto "Il Francese" con la coda tra le gambe. La mia giornata è scandita tutti i giorni, almeno quelli lavorativi, da azioni infilate nella stessa sequenza come pezzi di carne in uno spiedino: pollo, salsiccia, manzo, peperone, wurstel, pancetta e poi di nuovo da capo fino ad esaurire gli ingredienti. La tentazione di cambiare qualcosa c'è, ma le abitudini sono come la coperta di Linus o peggio. Ti fanno sentire sempre a casa. Sai già cosa aspettarti e come. Nessuna incognita. Perché se l'abitudine è già collaudata, non c'è ristorante in cui si possa mangiare male, gusto di gelato/pizza che possa non piacere. Mi sto un po' fossilizzando sulle mie posizioni, lo so. Ma cosa volete, anche questa è un'abitudine.
venerdì 14 settembre 2007
Strane investigazioni
lunedì 10 settembre 2007
Questione di benessere
Ormai non si fa che parlarne. Sembra che ognuno ripeta la stessa cantilena. Eppure una volta capitava solo in un periodo dell'anno: prima delle vacanze e prima soprattutto della prova costume. Ormai invece fitness e benessere sono la parola d'ordine di ogni trasmissione che si rispetti. Gli Omega3 sono diventati i nostri compagni di vita, il nutrizionismo la nuova disciplina teoretica di ognuno di noi. Pullulano le diete, gli integratori.
Ma a dire il vero, nonostante un sano scetticismo, la filosofia del wellness non è affatto male.
Partiamo dal presupposto che sono sempre stata una anti sportiva e una buona forchetta. Mi sono inventata ogni sorta di scusa per non fare attività fisiche, specie in ambito scolastico. Io e il muro della palestra eravamo dello stesso colore. E quando si usciva all'aperto sapevo anche lì come mimetizzarmi. Fare la corsa campestre era per me fonte di crucci e ansia. E finivo irrimediabilmente con una crisi respiratoria. Eppure a distanza di anni, eccomi qui a sostenere princìpi agli esatti antipodi di questa tendenza. Non amo la dieta e non amo gli sport al chiuso. Quindi niente palestra, al massimo la piscina.
Eppure quando le ossa iniziano a scricchiolarti, il mal di schiena non ti lascia più e il tono muscolare è un ricordo sbiadito color seppia, nasce in ognuno di noi quel sano desiderio che si articola nelle poche parole "Devo fare qualcosa". Ma il vero problema è farlo in modo continuativo. Sapendo che la mia forza di volontà è pressoché inesistente, specie se penso ad uscire dall'ufficio, fare un'ora di traffico per mettermi poi magari al freddo e al buio a fare sport. Ho capito che l'unica soluzione vincente è armarsi di una buona amica, con la quale farsi forza a vicenda. Ho iniziato con vari esperimenti di aerobica, le amiche si erano moltiplicate come funghi, e si chiacchierava talmente che la maestra ci chiamava spesso in prima fila per farci star zitte. Dopo un po' i nostri incontri si sono spostati direttamente al bar. Ci si trovava davanti alla palestra e si decideva a quale bar gozzovigliare, in base alle dosi degli happy hour.
Chiuso questo vergognoso capitolo, sono rimasta mesi inattiva. Tra muschio e licheni, ho deciso che dovevo ripartire con un nuovo spirito. Intanto scegliere una persona la cui forza di volontà non venisse traviata al solo sentire la parola Crodino/Martini, e poi scegliere luoghi e orari.
Dopo mesi di attività mi dichiaro oggi soddisfatta. Due volte alla settimana, le corse sotto i cosiddetti "Viali" di Pinerolo hanno dato i loro frutti. Perchè correre fa stare meglio. Dopo un po' sono entrata nell'ottica più generale del benessere, quindi anche del mangiare meglio. Ho cercato anche di abolire il mio rapporto simbiotico con la macchinetta del caffé in ufficio. Mangiare più frutta e verdura. Unico nemico. L'arrivo dell'inverno. Non so cosa aspettarmi. Entrerò in un letargo di fitness svegliandomi a primavera in un cumulo di ghiande e con l'artrite?
giovedì 6 settembre 2007
Scelte importanti
Messi ormai irrevocabilmente nei binari dei maledetti buoni propositi, che tanto non applicheremo mai realmente alla nostra vita e ci fanno convivere con un branco di pelosi sensi di colpa, cerchiamo di ottenere da ogni situazione il massimo possibile. Ora siamo più esigenti con noi stessi e con gli altri. Abbiamo più chiari i nostri obbiettivi ecc..ecc... Tutta questa peregrinazione dell'abc, passando per Kant e la critica alla Ragion Pura, facendo un salutino a Schopenhauer e la sua estetica, per parlare della scelta dei quadri. Si perché alle pareti bianche proprio non ci si può abituare. La casa è una brutta bestia in continua evoluzione.
Appena diventa nostra ci sembrano un miraggio bellissimo anche solo le lampadine che pendono direttamente dai fili della luce, abbiamo dato un nome ad ognuno degli scatoloni pieni di cose che non abbiamo voglia di mettere a posto, nell'ingresso non si passa più perché regna il mondo dell'imballaggio e dello spacchettamento.
mercoledì 29 agosto 2007
Buoni propositi
giovedì 2 agosto 2007
Vacanza sogno
Comprare la guida delle vacanze, leggerla tutta senza capire niente, poi rileggerla di nuovo con più attenzione. Soffermandosi sui punti di interesse che siano paesaggi o città. Grandi laghi o piazze colorate da bancherelle. Leggere ci proietta magicamente in quel posto. Vediamo noi stessi vestiti da turisti, armati di macchina fotografica, mappa e zainetto intenti a cercare quel luogo così ben descritto nelle poche righe che ci hanno solleticato la fantasia.
Mille i preparativi. Girovagare per i negozietti alla ricerca di abbigliamento da vacanza. Perché quello che usiamo tutti gli altri giorni ovviamente non va bene. Allora spuntano cappelli, sandali, magiche creme solari, costumi, parei, pantaloncini da giovane archeologo alle soglie di un deserto.
Man mano che si avvicina la data della partenza diventa tutto sempre più frenetico. Mille domande affollano la nostra testolina: avrò i documenti a posto? O la mia carta d’identità scade appena passata la frontiera? Che valuta troverò? Ci saranno i bancomat o usano ancora il baratto? Si perché ormai la cosiddetta area euro ci ha abituato così bene che pensiamo che ovunque esistano solo i nostri euro, mentre prima eravamo abituati a pagare in franchi anche solo per fare un salto al mare. Una volta che ci siamo fatti una ragione che il mondo non è la Comunità Europea, dobbiamo capire quanto vale l’altra moneta e come semplificarci i calcoli per non farci truffare dal primo venditore di collanine che ci abborda sulla spiaggia. Convincersi che non è necessario portarsi una mazzetta con tutti i nostri risparmi per paura di rimanere senza contanti, è un altro passo molto importante da compiere. Ed infine fare la lista di cosa portarsi e cosa no. Ma soprattutto di cosa sì. Già solo pensare di fare la lista ci fa sentire meglio. Un po’ quella sensazione che si prova quando si pensa di mettersi a dieta o ancor più quando si pensa che di lì a poco faremo sport. Siamo talmente soddisfatti da questo pensiero, che poi alla fine non facciamo la dieta, non facciamo sport, e tanto meno facciamo la lista dei bagagli. Ma ci sentiamo molto molto molto meglio.
Ora vi lascio, forse è meglio che faccia la maledetta lista. Ma ancora solo un attimo… per augurare buone vacanze a tutti!
lunedì 23 luglio 2007
Erba e formaggio
Lo so cosa sta pensando il mio lettore medio. E cioè, questa ha proprio un chiodo fisso: il cibo. Non me la sento assolutamente di smentire. Però vale la pena di sentire questa storia che ricorda un po Heidi, con le sue gote rosse e con una capretta in braccio (chissà che odore...) e un po' la fiaba di Hansel e Gretel, nella fattispecie quando si entra nella cucina della strega.
Ma partiamo dagli esordi, dai prodromi. Domenica, giornata meravigliosa. Cielo limpido e blu. Non azzurro o celeste, proprio blu. Di quel blu che quando vai in montagna ti sembra di poter toccare il cielo con un dito. Un blu che contrasta con il verde delle montagne e con le cime un po' brulle, ma non più innevate. Il vento ha spazzato via ogni ombra di nuvola, continua a soffiare forte e ti fa illudere che finché ci sarà lui nessuna perturbazione improvvisa ti potrà sorprendere. Peggio di ogni altra cosa la nebbia, che ti porta da 30 gradi a 15 e ti fa perdere la via della meta e quella di casa. Ma non è questo il caso. Niente nebbia, niente nuvole. Il blu più profondo.
La giornata si preannuncia fin da subito impegnativa, quando all'inizio della passeggiata leggiamo un cartello in legno, bello massiccio, che recita: Bric Boucie
La discesa dura un paio di orette, ma ad aspettarci al Pian della Crosennetta, un alpeggio. I maiali si rotolano soddisfatti e noi li guardiamo immaginando: noi, loro, uno spiedo. Poco oltre, l'agriturismo. La Porziuncola. Non ci siamo fermati che per un breve caffè. A pochi metri in linea d'aria una casetta di pietre con tetto in lose. Tipica costruzione valligiana. Entrando sembra di essere nell'antro dello stregone. Il tetto bassissimo. Ad illuminare il locale solo una misera lampada che fa luce solo sul tavolo. Rischiara a tratti la luce del sole che filtra dal tetto sconnesso e costruito solo da travi e lose. A destra sinistra e ovunque, oggetti di ogni tipo. Dai pintoni, ai paioli e anche una piccola discarica lì in bella vista. Manca il focolare, questo si. Ma ad aprire il cuore sulla sinistra, dietro la porta d'ingresso una piccola serie di ricotte appese ad asciugare, lungo il muro. E nella profondità di campo l'altra porta lascia intravedere grandi e piccole tome che riposano e aspettano solo noi per uscirsene dal buio. Per pesare il formaggio il bergè tira fuori una vecchia bilancia col piatto e il contrappeso. Anche se pesa un po' di più o un po' di meno, non importa. E' quasi un peccato doversi allontanare da un posto dove il tempo sembra essersi fermato. Dove la fretta non esiste. Dove il rapporto umano conta più di ogni altra cosa.
mercoledì 18 luglio 2007
I love camping!
martedì 10 luglio 2007
Radici
Allora come si può fare dopo quasi trent'anni passati in un posto a sentirsene veramente parte integrante?
E' una domanda alla quale oggi non so rispondere e magari nemmeno domani.
Vorrei sapere cosa passa per la mente di un immigrato, anche solo dal nord al sud, da una città all'altra. Cosa gli passa per la testa, quali diventano i suoi punti di riferimento. Che cosa fa diventare un luogo o delle persone man mano famigliari. Che cosa fa diventare un alloggio la tua casa. Una città la tua città.
venerdì 6 luglio 2007
Deserto freddo
Ormai ci hanno convinto. Siamo nell'era del consumismo. Da anni ormai. Compriamo, usiamo, buttiamo. O ancor meglio, accumuliamo. Di qualsiasi cosa abbiamo dei doppioni. Mille borse, mille scarpe, mille occhiali da sole. Appena hanno un minimo difetto, eccoci pronti a cogliere la palla al balzo e buttare via.
Il cellulare ha la batteria che si scarica troppo presto? Non vedevamo l'ora! Alziamo lo sguardo al cielo e gli strizziamo l'occhio. Anziché comprare la batteria, buttiamo via il vecchio catorcio e ne prendiamo un nuovo. E avanti così un po' per tutto.
Come piccoli ghiri in vista del letargo o formichine nel loro menage quotidiano e anticicala, accumuliamo. Accumuliamo e ancora accumuliamo. Tanto che quando poi ci tocca fare il trasloco, capiamo che forse abbiamo un tantino esagerato ad affastellare tutte quelle cose senza le quali saremmo morti in preda ad una crisi di pianto. Poi ce ne facciamo una ragione e con una certa soddisfazione buttiamo di nuovo via tutto. Perchè sappiamo che solo in questo modo il processo riparte da capo. Un po' come tagliarsi i capelli a zero per rinforzarli, non so se mi spiego.
Ma ora, il frigo è vuoto. Spostiamo frettolosamente il porta uovo vuoto, rimane solo il porta formaggi (con dentro le Sottilette, almeno loro...) e il porta burro. Ma non è che possiamo metterci lì a sgranocchiare burro e sottilette. Apriamo frettolosamente il vano delle verdure e anche li lo stesso deserto. Passiamo di livello. Andiamo al piano di sopra e spalanchiamo il freezer. Dentro. Due serie di vaschette per il ghiaccio, del minestrone, ovviamente già aperto, una scatola semivuota di piselli e tanto tanto tanto ghiaccio alle pareti. Con tutto quel ghiaccio, il freezer sembra quasi pieno!
Piccolo deserto freddo, d'estate fa quasi piacere.
martedì 3 luglio 2007
Guide & co.
Ormai non si sa più di cosa scrivere. Le librerie sono affollate di ogni sorta di libro e specialmente negli ultimi anni il genere delle “Guide” ha preso il sopravvento. Troviamo guide su ogni genere di argomento. Ora non dico che alcune non siano interessanti e utili, come le classiche guide turistiche o quelle che ti fanno diventare in 50 pagine un mago di Photoshop/Autocad o che addirittura ti trasformano in un esperto giurista in un batter d’occhio.
Forse di retaggio americano (dobbiamo sempre farci fregare sul tempo!) i manuali di vita, quindi guida all’amore consapevole, all’amicizia, al divorzio, separazione, matrimonio, figli, sesso e un po’ tutto quel che può venire in mente.
Toccando questo argomento mi viene in mente la mia cara Bridget Jones che a seconda dei suoi umori comprava o buttava via i manuali d’amore tipo “Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte” dei quali aveva una vera e propria libreria.
E poi i manuali di yoga, di ballo, di corsa (!!), di aromaterapia. Insomma un elenco davvero infinito.
Ora io propongo una nuova dimensione di guide. Chi mi vuole aiutare a scrivere è il ben venuto.
Guida ai bagni pubblici italiani. Abbinata ovviamente alle varie guide turistiche delle piccole medie e grandi località dello stivale.
Perché quando sei in giro, cammina, visita, sali e scendi dai mezzi pubblici, ecco arriva un certo punto in cui ti guardi intorno e ti chiedi. E adesso?? Beh, ecco, avere una chiara mappa della città coi punti chiave sarebbe utile. Ad esempio ufficio comunale la prima a destra, o centro commerciale con visita obbligata a due fermate di pullman. Poi bar e locali. Banche. Fast Food. Maledetto Mc Donald’s che richiede il codice d’ingresso alla toilette abbinato allo scontrino fiscale (diabolici. D’altro canto hanno costruito un impero..).
Inizio a pensare alla copertina.
lunedì 2 luglio 2007
Dreaming of London
Ma un paio di viaggetti all'anno, ben pianificati, me li concedo. Mete preferite? D'inverno le capitali europee e d'estate tutto quello che ha acqua salta tutt'intorno.
Beh senza pensarci per più di un secondo, quella che ho nel cuore è Londra. E proprio oggi guardando le foto scattate dalla mia collega Gnagna nello scorso week end al sapore di terrorismo nella bella London City, si sono riaffacciate nella mia memoria una serie di istantanee, di ricordi e di emozioni legate ad una città da favola, eclettica, nevrotica, istintiva. Ormai dalla mia ultima visita sono trascorsi ben dieci anni. Non c'era la ruota panoramica o il Millenium Bridge, neanche il suppostone di cemento anche noto come The Gherkin (il cetriolo). Ma tutto il resto si! Le corse giù per la scala dei double deker bus (la forza di gravità aveva un grosso potere attrattivo verso il basso), il chilometrico labirinto di scale mobili e tapis roulant di King's Cross. Poi la Londra della metro dove non devi neanche chiedere un'informazione che tutti si mobilitano per dartela. Stare tra i leoni di Orazio in Trafalgar Square. Guardare lo scempio fatto al Partenone nel British Museum. Perdere una scommessa alla National Gallery e dover pagare un hot dog (o l'avevo vinta io?). Perdere sempre lì una lente a contatto, ed essere aiutati da una very clever guardia museale. E poi i pub dove danno alcol a tutte le ora del giorno, ma quando scatta il coprifuoco din din din, suona la campana e tutti fuori dalle scatole. Seguire una parata militare a Bukingham Palace. Fotografare tutti gli ingressi dei Virgin Mega Store. Assaggiare per la prima volta le Onion Rings da Burger King. Scendere all'aeroporto di Standsted, prendere un'auto a noleggio e non ricordarsi più da che lato guidavi prima e da che lato devi guidare adesso. E poi il Mind The Gap e i topi della metro (la metro torna sempre!). I tramonti rosa alle spalle di Tower Bridge..
venerdì 29 giugno 2007
Inizia la stagione dei concerti
Avete capito bene! Inizia la stagione dei concerti estivi. Proprio ci voleva. All'aria aperta, alcolici e zanzare, un'abbinata vincente.
Aspettiamo il grande ritorno di Simone alla voce e sul palco! Dopo, mi pare..., un paio di anni di silenzio!
Allora gli appuntamenti più vicini:
- venerdì 6 luglio
- sabato 14 luglio a Cardè Bar Castello stessa ora
- sabato 28 luglio a Polonghera per il motoraduno
E in esclusiva la scaletta:
Aerosmith - Dude (Looks like a lady)
Chris Cornell - You Know My Name
Birra
L'avevamo già assaggiata. Prima in birreria, alle Osterie Fuori Porta di Pinerolo, poi dato che proprio ci era piaciuta, siamo andati a comprarla in vineria. Non costa nè tanto nè poco, ma sono soldi ben spesi. Abbiamo deciso di andare a vedere com'era in "carne ed ossa" questo birrificio artigianale. Ne avevamo sentito parlare proprio dal birraiolo delle Osterie in termini entusiastici, poi un mega servizio su Linea Verde.
giovedì 28 giugno 2007
Momenti irrinunciabili
Cito testualmente "... Nove meno un quarto da me. ordino già le pizze. faccio io per te cara ..."
Adoro! Quando ricevo un messaggio così da una delle mie amiche mi sento davvero al settimo cielo. Pizza organizzata all'ultimo minuto. Prima si va a correre. Poi doccia e capelli veloce veloce. E poi via di corsa in macchina a fare una partita di cibo e chiacchiere. La migliore delle abbinate. Come salame e vino rosso insomma!
Basta quei rimbalzi patetici del non ci vediamo mai. Quando vuoi vieni a trovarmi. Dove andiamo. Come vuoi tu io mi adeguo. E tanti saluti.
La pizza settimanale con le amiche. Ecco questo è uno dei nostri punti fermi. Magari tutte le settimane no. Quando le abitudini diventano obblighi mi fanno scappare. Ma sana voglia di vedersi. Ridere fino alle lacrime. Raccontarsi le cose peggiori. Piangere insieme. Fare impazzire i camerieri, quando molto incivilmente ordiniamo due pizze per due persone. Ognuna decide cosa vuole e non vuole sulla sua rispettiva metà. La pizza che arriva e va divisa immediatamente a metà e poi ce la si scambia. Attente a dividere a metà, non un centimetro di più non uno di meno. La Diavola ci sta sempre bene.
Anche se qualcuna di noi è a dieta. Guarda la dietologa nelle palle degli occhi e la supplica di inserire almeno una volta ogni due settimane una pizza. Maledetti carboidrati..
Poi caldo o freddo, estate o inverno, si prende la macchina o si va a piedi a guardarci due vetrine. Sotto i portici, semi deserti, non come di giorno. Due passi tutte insieme. A guardare e commentare vestiti, scarpe, casalinghi, gioielli, occhiali.. La lista dei desideri è lunga, ma per fortuna i negozi sono chiusi e i portafogli salvi.
mercoledì 27 giugno 2007
Calabresi..
Visi di ragazzi e ragazze che ridono, una musica che non riesco a definire, e in contemporanea appaiono le frasi dello spot. La prima. Terroni. Poi passa a "Malavitosi", "Incivili", "Gli ultimi della classe" e questi se la ridono ancora. La pubblicità della Regione Calabria finisce con lo slogan evangelico "Gli ultimi saranno i primi".
Colpisce con forza. Non dico di no. Ma se io fossi calabrese - ho pensato - mi sentirei sicuramente offesa da questa campagna. Scopro poi che è di Oliviero Toscani, provocatore patentato.
Non so quanto l'idea sia partita da lui, ma nella conferenza stampa di presentazione della pubblicità ha dichiarato "Normalmente un'azienda che si fa pubblicità presenta i propri prodotti migliori, invece noi siamo partiti dalla realtà, dal fatto che ci sono dei problemi, ma con l'idea di dare un'immagine di speranza e di futuro".
Se il loro obbiettivo era mettere in risalto il turismo, certo non ci sono riusciti. Mare meraviglioso, luoghi incantati. Tutti parlano bene della bella Calabria. Perché non puntare su questo? Chi mi parla bene della Calabria mi dice anche però che i calabresi non vogliono far sapere in giro quanto sia bella, come se se la volessero tenerla tutta per sé.
Un atteggiamento un po' contrastante se penso allo scopo principe di ogni località balneare di mia conoscenza.
Non credo nemmeno che in questo modo, con queste definizioni, si aiuti a combattere il pregiudizio verso un popolo. Forse sono più i fatti che l'autocommiserazione a parlare. Brutta cosa il razzismo, ma per far cambiare idea al "resto del mondo" servono idee innovative, voglia di fare e progredire.
Ma questo è solo il mio parere..
lunedì 25 giugno 2007
Insolazione..
Devo essere convinta di essere quasi invincibile. Fatto sta che malattie gravi non ne ho mai avute (adesso che l’ho detto come minimo mi verranno cimurro e colera) nessun intervento, in più mettici che sono giovane e quindi i malanni avranno tempo di venirmi. Insomma sono sempre stata da pura. Uau. Che figata. E questo è un pessimo precedente. Perché quando hai questa convinzione ti infili immancabilmente nelle peggiori situazioni.
Mettici anche l’effetto serra. Il buco dell’ozono (maledette vecchiette ad intossicarsi sparando decine di metri cubi di Lacca Splendor sui loro capelli azzurrini) da piccolo piccolo ora è diventato qualcosa di impressionante. D’altro canto come diceva la mia bisnonna, dove prima non ci passava la capocchia dell’ago ora ci passa la testa (a chèp’ - in pugliese).
Quindi mi sono presa una bella insolazione. Me ne vado in giro con un colorito allucinante. Sembro scappata dal reparto gravi ustionati. Io. Proprio io che fino all’altro giorno nemmeno sapevo cosa fossero le creme solari. Il sole mi abbronzava e basta. Invece niente. Maledette nonnine!
Questa comunque è la riprova che i servizi di Studio Aperto/Tg5/Verissimo mandati in onda un giorno sì e l’altro pure non servono a niente. Analizziamoli:
1 - applicare i prodotti solari PRIMA di uscire di casa: mi viene da ridere, io dovrei mettermi la crema poi la tuta da moto? Quando arrivo non riesco più a togliermela e devo chiamare gli artificieri. Mettermela dopo neanche. Perché quando vedo il mare non capisco più niente
2 - per le prime esposizioni non prendere più di tre quarti d’ora di sole di fila. Io ci sono stata dalle 11 alle 17… no stop…
3 -evitare di esporsi dalle 12 alle 16: vedi sopra e evita commenti
4 - asciugarsi bene dopo ogni bagno per evitare l’effetto specchio: indovina?
Insomma potrei andare avanti così per punti e punti, saltando solo quello sui bambini!
Alla fine continuerò a fare tutto come prima, ignorando questi banali consigli. L’unica cosa mi comprerò un cappello, che mi starà malissimo, e che dopo un paio di volte non metterò più.
Tanto mi ammalo sempre in vacanza..
venerdì 22 giugno 2007
Tutti in fila!
I minuti passavano. C'era solo la voglia di arrivare a casa il prima possibile. Per niente interessata alla nostra fretta, si intromette tra noi e la libertà, una colossale mieti trebbia. Macchina infernale delle moderne tecnologie agricole. Enorme. Bestione verde, ruote enormi, lentezza disumana, agilità zero. A peggiorare la situazione, eravamo in pieno centro urbano. Superare? Impossibile. Risultato invece: io e una dozzina di automobilisti con la bolla al naso ad aspettare in modo inevitabilmente nervoso che il suddetto mostro sparisse in un batter d'occhio. Mi cimento dopo un quarto d'ora in un roccambolesco sorpasso. Come a dama, ho dovuto mangiare due pedine, il mostro verde e l'immancabile pick-up che hai 3 all'ora con una mini bandierina sorretta dal braccio atrofizzato del guidatore (probabilmente un manichino) segnala la presenza del Coso, difficile vederlo sennò dato che è lungo 7 metri e alto almeno 3.
Ma perché tutta questa gente invece sta in fila? Non potrebbe tornare un'altra volta??
mercoledì 20 giugno 2007
Torture moderne
E devo dire che dopo una vita passata a pensare che la peggiore delle piaghe sociali fosse la cellulite, convinzione che mi ha portato a comprare ogni sorta di cremina, fare cose stupide tipo mini docce fredde ecc..., ho avuto una piccola soddisfazione. Sentendo alla radio una pubblicità con una suadente voce maschile che parlava di cellulite. Ma come??? Di solito le donne parlano alle donne dei loro ... problemini... E invece no. Un uomo. E per di più parlava di pancia e fianchi! Era arrivato il momento tanto atteso?! Era destinata a loro, quelli dall'altra parte della barricata, gli uomini, anzi no, i maschi. Anche loro ora presi e strapresi dalla loro forma fisica correranno alla profumeria , l'Upim o il Carrefour di fiducia a comprare la crema snellente o ancor meglio rimodellante e aspetteranno con ansia massaggiandosi giorno dopo giorno che il miracolo si compia.. Piccole torture moderne! Ecco forse inizia davvero così la parità dei sessi...
mercoledì 13 giugno 2007
Il primo amore
lunedì 11 giugno 2007
Donne e detective
venerdì 8 giugno 2007
Perchè Buona La Prima??
L'ho sempre stimato per questo!