giovedì 19 aprile 2007

Leggere


Leggendo un libro, scorrendo le pagine iniziali, si ha l'impressione di entrare in un luogo nuovo, dai contorni sfumati e poco definiti. Si viene a contatto con i personaggi che abitano quel piccolo universo. Parola dopo parola ecco che si abbozza un volto, un colore, un carattere. Un fisico, una personalità. Ecco spuntare un paio di occhi e con sotto il loro naso, una sfumatura di capelli, un modo di fare. Diventano persone, a volte amici coi quali vogliamo condividere dei momenti, viverli attraverso le loro vite. Immaginiamo come potrebbero affrontare una situazione, molto spesso ci deludono, ancora più spesso ci sorprendono. Con qualità che hanno e che noi non abbiamo. O con occasioni che si lasciano sfuggire. Immedesimati e impersonati in loro passiamo a volo di uccello sulle parole, neanche leggendole, scorrendole solo con gli occhi. Sempre più veloce per capire il prima possibile cos'è successo e ancor di più cosa sta per succedere e cosa sta per succedergli. Chiudiamo poi il libro. E nella pausa che ci separa dalla prossima lettura, loro sono lì sospesi. Ma sempre nei nostri pensieri, immaginiamo cosa gli possa ancora accadere e ci rattristiamo per loro, sperando sempre che nel succedersi del racconto la fortuna volga dalla loro parte. Riapriamo poi finalmente, con una certa impazienza, il libro. Cerchiamo in fretta il punto esatto in cui eravamo rimasti. A volte tornando indietro di qualche riga, per sprofondarsi di nuovo da cima a fondo, da capo a piedi in quell'ambiente, in quella città, in quella conversazione. Ripartiamo di nuovo via veloci. Fino ad arrivare alle pagine finali. Il libro, anche se lungo, man mano che lo abbiamo letto, si è esaurito. Ed è con malinconia che pensiamo che quel mondo ci sta "cacciando fuori". Contiamo quante pagine mancano. Una due tre quattro cinque. E rallentiamo un po' il ritmo per allungare il piacere il più possibile. Le parole tornano a definirsi una dopo l'altra. Ci consentiamo il lusso di rileggere se qualcosa ci è sfuggito. E poi, immancabilmente, arriviamo all'ultimo paragrafo. Dopo la pagina finisce. Al testo si sussegue il bianco. Ci sentiamo un po' abbandonati. Con loro che continuano per la loro strada, compiendo azioni di cui non sapremo mai niente e che possiamo solo immaginare. Chiudiamo infine la copertina. E guardiamo in alto verso la libreria. Cercando tra i titoli il nostro prossimo. Pensando che non sarà mai come quest'ultimo. Succede anche di rileggerlo da capo. Succede anche di non finirlo. Di lasciare lì le ultime pagine. Come un conto aperto che non si vuole saldare. Voi rimanete lì con le vostre vite, ma non siete voi a lasciare me, ma io a prendermi una pausa da voi. Allora vi saluto Natasha e Nikolai.

mercoledì 11 aprile 2007

Magica Verona!




Non ho ancora scaricato la miriade di foto che ho fatto a Verona.
E non me le sono neanche riguardate maniacalmente alla veloce, come faccio di solito per vedere se ce l'ho fatta ad accaparrarmi un buon ricordo.
O almeno qualcosa che renda un minimo l'idea della meraviglia di questa città di cui mi sono assolutamente innamorata.
Più di ogni altra. Colpo di fulmine in pieno. E non è per l'Arena.
E neanche per le solite attrazioni artistico/architettoniche/turistiche.
Ma proprio per Verona in sè. In quello che mi ha fatto capire dalle sue vie, dai meravigliosi scorci, dal silenzio durante la notte e il chiasso durante il giorno. Il traffico mai caotico. Il parcheggio che si trova sempre. Ma soprattutto per l'aria che si respira. Per i negozietti nelle viuzze, dove trovi quello che non ti saresti aspettato. Un oggetto, un vestito. Un tessuto. Solo lì li ho visti. E so che ora che sono tornata, non ne troverò di simili.

Le bottegucce che vendono vino e assaggi.
I negozi di antiquariato e arredi, come quelli della strada sotto riva. Una viuzza con un porticato basso basso con le volte in legno.
La cancellata che riproduce il movimento dell'Adige vicino all'arca scaligera di Calgrande.
La tetta smunta e lucida di Giulietta, che non ha mai un attimo di privacy.. chissà a Romeo come gli rode. Dopo tutto lo sbattimento.
E poi Piazza Erbe con tutte le sue bancherelle per turisti, con i magnifici palazzi affrescati. Il ristorante con i mille crostini, ognuno con un abbinamento e un sapore diverso, reso ancora più buono da una giornata meravigliosa di sole terso e la compagnia migliore che si potesse chiedere.
La statua di piazza dei signori, non quella di Dante. Ma quella che raffigura un uomo con un globo in mano. E solo al passaggio di un uomo giusto il globo sciovolerà via dalla mano e cadrà a terra.
Verona è piena di queste leggende a grazie mille alla nostra Virigilio-Anna che ci ha portato nel cuore vero e pulsante della città per farcela conoscere da veronesi e no da turisti!


venerdì 6 aprile 2007

L'ultima neve


Ultima istantanea del Jervis qui sopra (Val Pellice) e qui sotto del Selleries (Val Chisone).



I due rifugi hanno la webcam. Così possiamo sbirciare a quota over 1000 mt cosa accade mentre qui mastichiamo un po' di sano smog!
Qui di seguito il link:
http://www.basedue.com/site/sol_webcam.html