Vado sempre dallo stesso parrucchiere cambiando raramente pettinatura. Il parrucchiere, Luca, è più abitudinario di me. Quando gli propongo cose nuove, me le boccia tutte, cercando di conservare il look originale. Compro i vestiti quasi sempre negli stessi due o tre negozi. Le scarpe sempre nello stesso. Ogni tanto, quando mi prendo una sbandata per un altro, vengo severamente punita da dolori lancinanti ai miei pieduzzi delicatissimi e torno da Lui, anche detto "Il Francese" con la coda tra le gambe. La mia giornata è scandita tutti i giorni, almeno quelli lavorativi, da azioni infilate nella stessa sequenza come pezzi di carne in uno spiedino: pollo, salsiccia, manzo, peperone, wurstel, pancetta e poi di nuovo da capo fino ad esaurire gli ingredienti. La tentazione di cambiare qualcosa c'è, ma le abitudini sono come la coperta di Linus o peggio. Ti fanno sentire sempre a casa. Sai già cosa aspettarti e come. Nessuna incognita. Perché se l'abitudine è già collaudata, non c'è ristorante in cui si possa mangiare male, gusto di gelato/pizza che possa non piacere. Mi sto un po' fossilizzando sulle mie posizioni, lo so. Ma cosa volete, anche questa è un'abitudine.
mercoledì 19 settembre 2007
Brutte abitudini
Vado sempre dallo stesso parrucchiere cambiando raramente pettinatura. Il parrucchiere, Luca, è più abitudinario di me. Quando gli propongo cose nuove, me le boccia tutte, cercando di conservare il look originale. Compro i vestiti quasi sempre negli stessi due o tre negozi. Le scarpe sempre nello stesso. Ogni tanto, quando mi prendo una sbandata per un altro, vengo severamente punita da dolori lancinanti ai miei pieduzzi delicatissimi e torno da Lui, anche detto "Il Francese" con la coda tra le gambe. La mia giornata è scandita tutti i giorni, almeno quelli lavorativi, da azioni infilate nella stessa sequenza come pezzi di carne in uno spiedino: pollo, salsiccia, manzo, peperone, wurstel, pancetta e poi di nuovo da capo fino ad esaurire gli ingredienti. La tentazione di cambiare qualcosa c'è, ma le abitudini sono come la coperta di Linus o peggio. Ti fanno sentire sempre a casa. Sai già cosa aspettarti e come. Nessuna incognita. Perché se l'abitudine è già collaudata, non c'è ristorante in cui si possa mangiare male, gusto di gelato/pizza che possa non piacere. Mi sto un po' fossilizzando sulle mie posizioni, lo so. Ma cosa volete, anche questa è un'abitudine.
venerdì 14 settembre 2007
Strane investigazioni
lunedì 10 settembre 2007
Questione di benessere
Ormai non si fa che parlarne. Sembra che ognuno ripeta la stessa cantilena. Eppure una volta capitava solo in un periodo dell'anno: prima delle vacanze e prima soprattutto della prova costume. Ormai invece fitness e benessere sono la parola d'ordine di ogni trasmissione che si rispetti. Gli Omega3 sono diventati i nostri compagni di vita, il nutrizionismo la nuova disciplina teoretica di ognuno di noi. Pullulano le diete, gli integratori.
Ma a dire il vero, nonostante un sano scetticismo, la filosofia del wellness non è affatto male.
Partiamo dal presupposto che sono sempre stata una anti sportiva e una buona forchetta. Mi sono inventata ogni sorta di scusa per non fare attività fisiche, specie in ambito scolastico. Io e il muro della palestra eravamo dello stesso colore. E quando si usciva all'aperto sapevo anche lì come mimetizzarmi. Fare la corsa campestre era per me fonte di crucci e ansia. E finivo irrimediabilmente con una crisi respiratoria. Eppure a distanza di anni, eccomi qui a sostenere princìpi agli esatti antipodi di questa tendenza. Non amo la dieta e non amo gli sport al chiuso. Quindi niente palestra, al massimo la piscina.
Eppure quando le ossa iniziano a scricchiolarti, il mal di schiena non ti lascia più e il tono muscolare è un ricordo sbiadito color seppia, nasce in ognuno di noi quel sano desiderio che si articola nelle poche parole "Devo fare qualcosa". Ma il vero problema è farlo in modo continuativo. Sapendo che la mia forza di volontà è pressoché inesistente, specie se penso ad uscire dall'ufficio, fare un'ora di traffico per mettermi poi magari al freddo e al buio a fare sport. Ho capito che l'unica soluzione vincente è armarsi di una buona amica, con la quale farsi forza a vicenda. Ho iniziato con vari esperimenti di aerobica, le amiche si erano moltiplicate come funghi, e si chiacchierava talmente che la maestra ci chiamava spesso in prima fila per farci star zitte. Dopo un po' i nostri incontri si sono spostati direttamente al bar. Ci si trovava davanti alla palestra e si decideva a quale bar gozzovigliare, in base alle dosi degli happy hour.
Chiuso questo vergognoso capitolo, sono rimasta mesi inattiva. Tra muschio e licheni, ho deciso che dovevo ripartire con un nuovo spirito. Intanto scegliere una persona la cui forza di volontà non venisse traviata al solo sentire la parola Crodino/Martini, e poi scegliere luoghi e orari.
Dopo mesi di attività mi dichiaro oggi soddisfatta. Due volte alla settimana, le corse sotto i cosiddetti "Viali" di Pinerolo hanno dato i loro frutti. Perchè correre fa stare meglio. Dopo un po' sono entrata nell'ottica più generale del benessere, quindi anche del mangiare meglio. Ho cercato anche di abolire il mio rapporto simbiotico con la macchinetta del caffé in ufficio. Mangiare più frutta e verdura. Unico nemico. L'arrivo dell'inverno. Non so cosa aspettarmi. Entrerò in un letargo di fitness svegliandomi a primavera in un cumulo di ghiande e con l'artrite?
giovedì 6 settembre 2007
Scelte importanti
Messi ormai irrevocabilmente nei binari dei maledetti buoni propositi, che tanto non applicheremo mai realmente alla nostra vita e ci fanno convivere con un branco di pelosi sensi di colpa, cerchiamo di ottenere da ogni situazione il massimo possibile. Ora siamo più esigenti con noi stessi e con gli altri. Abbiamo più chiari i nostri obbiettivi ecc..ecc... Tutta questa peregrinazione dell'abc, passando per Kant e la critica alla Ragion Pura, facendo un salutino a Schopenhauer e la sua estetica, per parlare della scelta dei quadri. Si perché alle pareti bianche proprio non ci si può abituare. La casa è una brutta bestia in continua evoluzione.
Appena diventa nostra ci sembrano un miraggio bellissimo anche solo le lampadine che pendono direttamente dai fili della luce, abbiamo dato un nome ad ognuno degli scatoloni pieni di cose che non abbiamo voglia di mettere a posto, nell'ingresso non si passa più perché regna il mondo dell'imballaggio e dello spacchettamento.