mercoledì 10 ottobre 2007

Tra vischio e cambio armadi

Siamo in una stagione di mezzo. Non sappiamo come vestirci. Quando la mattina ci dobbiamo preparare per andare in ufficio, non sappiamo se avremo caldo, freddo, se in ufficio troveremo ancora l'aria condizionata a manetta, se dobbiamo mettere le infradito o gli stivali ascellari. In giro c'è già chi vocifera, nei corridoi ovviamente, che sia ora del CA, ovvero del Cambio Armadi. Due parole che, prese separatamente, non sono poi così male, ma messe insieme, senza alcun articolo o preposizione un po' spaventano. Rientrano nella categoria della BM, Borsa Mare, ma non sono altrettanto rassicuranti.
Cambio Armadi... Sarà il fatto che l'estate è finita, che arriva l'inverno, che sono tornate le mezze stagioni. Sarà che è arrivata l'influenza, sono tutti raffreddati e chi non lo è verrà presso contagiato. Insomma in tutto questo maledetto marasma autunnale, questa mattina vedo la prima pubblicità natalizia. Ma come? Non ho neanche sotterrato il cotone per riesumare la lana, dimenticato il lino per riaffezionarmi al velluto. E questi mi parlano di NATALE?
Incassato il colpo, dopo un primo momento di ansia e panico. Ho pensato: per fortuna per i regali c'è ancora tempo. In realtà tutti gli anni c'è ancora tempo. Il problema è che si pensa che ci sia ancora tempo fino all'arrivo della tredicesima, quando ormai NON c'è più tempo. Quando il panico ci impedisce di ragionare lucidamente e tutte le idee che sopraggiungono sono banali, se non orrende. Il problema è che all'avvicinarsi del Natale, anche a chi ci chiede cosa vorremmo, non sappiamo assolutamente cosa rispondere. Paresi celebrale e stato mentale Homer Simpson.
Ma com'è possibile? Abbiamo passato mesi a desiderare la tale cosa piuttosto che un'altra. A guardarla nelle vetrine, a documentarsi su internet circa costi, modelli, forme, dimensioni, eventuali sconti. E ora il nulla. Ma allora perché non prepararsi per tempo e fare una Wish List (anche siglabile WL o LD lista desideri), nella quale elencare tutte le nostre necessità? Il tutto renderebbe molto più semplice, specie dal punto di vista psicologico nostro e dei nostri parenti/amici/colleghi, che ci stressano e si stressano a vicenda come galline impazzite dalle teste mozzate.. Troppo macabro?

giovedì 4 ottobre 2007

Femminismo e femminilità


Se guardiamo un film anni 50 o 60 e poi guardiamo la nostra vita, al di là dei capelli cotonati, ci accorgiamo che siamo andate avanti anni luce. Ringraziamo per questo il femminismo. Ora siamo più indipendenti, più consce del nostro ruolo sociale, del nostro valore nel mondo del lavoro, della nostra posizione nell'ambiente famigliare. Non siamo delegate a fare le tagliatelle la domenica mattina o a metter su il cappone in brodo. Ora abbiamo un lavoro e una carriera. Non mettiamo il grembiule la mattina per toglierlo la sera, ci vestiamo come vogliamo. A volte anche da maschiacci. Perchè a dire il vero in t-shirt, scarpe da ginnastica e jeans si sta proprio comode. Non mettiamo più i bigodi (anche se alcune di noi ci hanno provato http://anna.style.it/archive.php?eid=43), abbiamo la piastra per i capelli, e corti o lunghi decidiamo noi del destino delle nostre doppie punte. I reggiseni alla fine non li abbiamo buttati, anche perchè un buon push up può davvero risollevare le nostre quotazioni nel mercato azionario mondano.
Quindi riflettendo su tutto questo, ci viene da dire: grazie, grazie femminismo. Ma se guardiamo bene quegli adorabili filmetti. Quelli dell'estate di canale5, quelli che quando stai per uscire loro iniziano e tu dici: nooooooooo, ma perchè proprio adesso?? Beh guardando quei filmetti vediamo anche, facendo attenzione, uomini che aprono le portiere alle donne per farle entrare nelle auto o nelle hall degli alberghi. Oppure che si alzano tutti in piedi a tavola quando una donna si alza. E pensandoci bene, non mi dispiacerebbe che succedesse anche oggi.
Tra l'altro nel quotidiano, ci sono alcuni mezzucci che fanno spuntare la remota galanteria nel più rude degli uomini. Ora nel citare questo episodio, non vorrei che ognuno di voi pensasse che la mia vita si svolge dal benzinaio, ci mancherebbe. Fatto sta che proprio dal benzinaio, di gonna vestita, esco dalla mia adorata macchina per rimpinzarla di gasolio. Mi fermo ovviamente alla pompa del self, laddove il risparmio è di casa. Ammicco al benzinaio, come per dire, allora mi faccio il pieno da sola. Lui mi guarda e mi fa: vuole un guanto? E io: no, no grazie non mi serve. Ma lui quasi scocciato da questa mia risposta, mi risponde: ma mette il gasolio?! E io, timida, eh si...E lui: allora ci vuole proprio il guanto: lo prende e me lo calza lui sulla mano! Mattu guarda una gonna, a dir la verità sotto il ginocchio, cosa non ti sviluppa in galanteria. Davvero non me lo aspettavo. Quando finisco di fare il pieno (46 euro!! vabbè) mi chiede la cortesia di fargli chiudere il tappo, giustificandosi, mi fa: quando si può aiutare...
A questo punto, mi viene da chiedere, meglio femminismo o femminilità?