martedì 19 febbraio 2008

Pizza sì, ma al taglio!

Sarà un po' l'ora, sarà che ho tanta fame, ma era un po' di tempo che volevo dedicare un lungo pensiero al mio panettiere di fiducia.
La mattina presto, ha le vetrine appannate dal caldo respiro del pane, i croissant e le pizze. Varcando la soglia, gli occhi mi brillano alla vista di tante cose buone appena sfornate. La sciura che serve sembra appena uscita dal parrucchiere, sempre perfetta, taglio, piega, colore. Sempre gentile. Complimenti, che invidia. Io invece sono scarmigliata, assonnata, con gli occhi ancora appiccicati. Che però si spalancano davanti a tanto bendiddio. I panini sono incredibili, morbidi e teneri. Il sabato e solo il sabato poi fanno il pane di campagna. Ma non lo tengono in vista, cosicché tutti i mufloni morti di fame lo possano vedere. No. Loro lo tengono nel retro (insieme a chissà quante altre cose buone..) e se tu lo conosci, ne hai già sentito parlare, allora glielo chiedi. Loro tirano fuori il filone e tu già immagini gli abbinamenti.
Se poi la passione è dolce, io metterei da parte il classico croissant e mi voterei anima e corpo alle "manine", piccole mani fatte di pasta di croissant con tra le dita tanta buona marmellata di albicocche.
Se invece è la pizza a far venire l'acquolina, entrando sulla sinistra c'è quella al taglio. So che in via Saluzzo c'è la migliore pizza al taglio del mondo, ma quella del panettiere ancora calda è un sogno. Semplice, focaccia, pizzetta, focaccia farcita, focaccia ai pomodorini o alla cipolla. E mentre scrivo ne ho un pezzetto non troppo piccolo che mi aspetta fedele nel buio del mio baracchino. Buon appetito!

Forno di Boaglio via Montegrappa 49 Pinerolo

giovedì 7 febbraio 2008

Rimaniamo vigili

E' incredibile come la forza dell'abitudine ci spinga a vedere anche quello che in realtà non c'è. Un brevissimo episodio per spiegarmi.
Oggi, nel mio ufficio. Davanti alla mia scrivania ci sono due sgabelli. Per sei mesi uno di loro era rosso l'altro granata. Da poco il rosso è stato sostituito, e ora sono tutti e due granata. All'arrivo di un cliente, con i suoi occhi nuovi e freschi, guarda gli sgabelli e dice che sono tutti e due uguali. Noi qui, guardiamo gli stessi sgabelli e sosteniamo che uno è rosso e uno granata. Anche se lì davanti la realtà è ben diversa. Lì il granata urla da tutte le parti.
Ma allora perchè noi vediamo con gli occhi di ieri e non quelli di oggi? Perchè l'abitudine ci spinge a stravolgere la realtà?
Mi piacerebbe perdere questo velo e vedere anche io tutto con occhi nuovi.
Stessa situazione quando arrivano gli ospiti. Fino a poche ore prima la casa è perfetta e in ordine. Quando gli ospiti devono arrivare, tutto cambia. La casa è la stessa, ma io guardo tutto con i loro occhi e noto mille cose che prima non c'erano. Giornali in disordine, ragnatele, scarpe fuori posto.
Ma perchè questo sguardo non ce l'abbiamo tutti i giorni? Non per farmi venire i sensi di colpa casalinghi, ma per vedere ogni cosa in questo modo. Come se fosse la prima.

mercoledì 6 febbraio 2008

La vita sulla sedia a rotelle

Teoria dell'evoluzione. Caro Darwin oggi ti ho proprio pensato.
Da qui a cent'anni, anche di più, ci sarà una selezione naturale che porterà alcuni individui ad essere selezionati, altri messi da parte.

Immagino che le caratteristiche dei prescelti, nella vasta specie dell’homus impiegatus (leggi impiegato medio), avranno come caratteristica principale una particolare forza nei polpacci. Diciamo che i polpacci forti stanno agli impiegati come il collo lungo alle giraffe.
Sì perchè il vero impiegato cerca di ergonomizzare ogni suo gest
o. Nessun movimento deve essere inutile o causare alcuno spreco di energia, seppur in modo infinitesimale.
Strumento principe di questa filosofia è la sedia a 5 rotelle. Oggetto spesso sottovalutato, acquistato dalle aziende per la ben nota legge 626. Oltre a prevenire strane posture, gobbismi e stortismi, permette di raggiungere ogni parte dell'ufficio con una semplice spinta, si alzano i piedi e si vola via da una parte all'altra. Leggeri come farfalle.
I dossier non ci scappano più, in un baleno si arriva al telefono. Alzarsi diventa una fatica immane e soprattutto inutile. Fin dove la sedia arriva, si va. Dove non arriva, pazienza, ci si ferma.
Peccato per le scale, gli ascensori, le strettoie…



lunedì 4 febbraio 2008

Lacrime adieu!

La scienza e la ricerca sono il nostro futuro. Riponiamo nella ricerca scientifica le nostre più profonde speranze. Gli scienziati ci faranno vivere fino a 150 anni e nessuno ci darà mai più la pensione. Sconfiggeranno tutte le malattie che oggi conosciamo, lasciando spazio a tutte quelle che ancora ci sono ignote. Sceglieremo grazie a loro, il colore dei capelli e degli occhi dei nostri figli.
Ma perchè parlo del futuro, quando già nel presente stanno facendo passi da gigante? Probabilmente se non fossero stati tagliati i finanziamenti alla ricerca nel nostro Bel Paese, oggi potremmo essere noi a vantarci di questa incredibile scoperta.

Oggi 4 febbraio, gli scienziati Neo Zelandesi dopo lunghe e annose prove di laboratorio, annunciano ai mass media e a noi curiosi la creazione della prima cipolla senza lacrime. Hanno disattivato il gene legato all'enzima che ci fa piangere. Dopo quattro anni di ricerca, hanno modificato il DNA della cipolla e dato il via ai soffirtti modificati geneticamente.
Allora via al brasato, al ragù, alla frittata di cipolle, alle cipolline in agrodolce!
Lacrime adieu!


venerdì 1 febbraio 2008

Privato vs pubblico

Lo so che è un luogo comune. E' sulla bocca di tutti, dei vecchietti che guardano i cantieri mentre la moglie a casa mette su il minestrone, dei signori seduti al bar tra un bicchiere di rosso e una partita a carte. Però lo voglio dire anche io.
Non mi capita spesso di avere a che fare con "lo Stato", intendendo tale le istituzioni nel loro vario genere e gli enti comunali in particolare. Ma quelle rare volte che le nostre vite si sfiorano e si incrociano mi vengono i nervi. Da buona mezza meridionale col sangue caliente, basta ben poco per farlo ribollire. Poche lungaggini, qualche faccia smunta e via di seguito.
Noi del privato siamo piccole api operose. Arriviamo in ufficio puntuali e se c'è tanto lavoro ci mettiamo a ronzare di buona lena e dimentichiamo pausa caffè e spesso anche pausa viccì. Possiamo compiere moli incredibili di lavoro in una mattinata, come la dea Kalì fare otto cose contemporaneamente ed uscire esausti ma soddisfatti del nostro operato in una giornata tipo di 8 ore.
Negli uffici comunali non succede proprio così. Pare che tutto sia lasciato al caso. Ipotizziamo di dover andare in anagrafe a fare dei semplici certificati, quindi non sto parlando di una richiesta di matrimonio tra una donna italo - kurda e un defunto. Perchè tutto non succede in modo semplice e automatico? Del tipo: devono prendere il numerino i casi x,y e z. Le altre lettere dell'alfabeto si dividano in fila. Gli uni accedono direttamente agli sportelli SENZA fare la fila, gli altri compilino gli appositi moduli. Una cosetta così semplice e chiara. Non pretendo niente di più. Il bello sarebbe conoscere questi semplici trucchi PRIMA di aspettare tre quarti d'ora, e prima che l'ultimo arrivato ma bene informato ti passi davanti per fare pratiche lunghe come la quaresima.
Se il mio Comune avesse bisogno di una consulenza, io sono disponibile!