lunedì 28 aprile 2008

Strette di mano


Fosse per me le abolirei. Ormai stringersi la mano sa di atto formale, spesso privo di significato, ancora più spesso ha qualcosa di obbligatorio. Capita di imbattersi infatti in ogni sorta di mani, grandi e piccole. Calde o fredde. Asciutte o umide. Rugose o morbidissime. Si è ormai diffusa l'idea che la stretta di mano è lo specchio dell'anima o quasi. Simboleggia il carattere, lo spirito. Quanto più è molle tanto meno il carattere di chi stringe è sottomesso e privo di energia. Questo ha portato ad una vertiginosa crescita delle strette di mano vigorose. Sono dell'idea che spesso gli uomini per far colpo e dare una rapida idea della loro virilità, utilizzino la stretta di mano come biglietto da visita. Noi tendiamo ignare la nostra mano, diamo una stretta nella media, né molle né di ferro, ma ne riceviamo indietro una presa con le tenaglie che ci lascia senza fiato e con le dita dolenti.
Io, ripeto, proporrei di abolire la stretta di mano. Tra parenti e amici, due bei baci sono la cosa migliore, volendo riducibili anche solo a uno. Trasmette calore, c'è contatto fisico. Tra estranei la stretta di mano ha senso solo per siglare un accordo, un'intesa. Quindi larghe e profonde strette di mano agli incontri d'affari, quando si sigla magari un contratto. Ma basta con questo dilagare di strette gratuite. Tese per lo più ad accorciare delle distanze "umane" che comunque spesso permangono. E sopratutto cari uomini, andateci piano. Noi siamo fatte di burro.