
Leggendo un libro, scorrendo le pagine iniziali, si ha l'impressione di entrare in un luogo nuovo, dai contorni sfumati e poco definiti. Si viene a contatto con i personaggi che abitano quel piccolo universo. Parola dopo parola ecco che si abbozza un volto, un colore, un carattere. Un fisico, una personalità. Ecco spuntare un paio di occhi e con sotto il loro naso, una sfumatura di capelli, un modo di fare. Diventano persone, a volte amici coi quali vogliamo condividere dei momenti, viverli attraverso le loro vite. Immaginiamo come potrebbero affrontare una situazione, molto spesso ci deludono, ancora più spesso ci sorprendono. Con qualità che hanno e che noi non abbiamo. O con occasioni che si lasciano sfuggire. Immedesimati e impersonati in loro passiamo a volo di uccello sulle parole, neanche leggendole, scorrendole solo con gli occhi. Sempre più veloce per capire il prima possibile cos'è successo e ancor di più cosa sta per succedere e cosa sta per succedergli. Chiudiamo poi il libro. E nella pausa che ci separa dalla prossima lettura, loro sono lì sospesi. Ma sempre nei nostri pensieri, immaginiamo cosa gli possa ancora accadere e ci rattristiamo per loro, sperando sempre che nel succedersi del racconto la fortuna volga dalla loro parte. Riapriamo poi finalmente, con una certa impazienza, il libro. Cerchiamo in fretta il punto esatto in cui eravamo rimasti. A volte tornando indietro di qualche riga, per sprofondarsi di nuovo da cima a fondo, da capo a piedi in quell'ambiente, in quella città, in quella conversazione. Ripartiamo di nuovo via veloci. Fino ad arrivare alle pagine finali. Il libro, anche se lungo, man mano che lo abbiamo letto, si è esaurito. Ed è con malinconia che pensiamo che quel mondo ci sta "cacciando fuori". Contiamo quante pagine mancano. Una due tre quattro cinque. E rallentiamo un po' il ritmo per allungare il piacere il più possibile. Le parole tornano a definirsi una dopo l'altra. Ci consentiamo il lusso di rileggere se qualcosa ci è sfuggito. E poi, immancabilmente, arriviamo all'ultimo paragrafo. Dopo la pagina finisce. Al testo si sussegue il bianco. Ci sentiamo un po' abbandonati. Con loro che continuano per la loro strada, compiendo azioni di cui non sapremo mai niente e che possiamo solo immaginare. Chiudiamo infine la copertina. E guardiamo in alto verso la libreria. Cercando tra i titoli il nostro prossimo. Pensando che non sarà mai come quest'ultimo. Succede anche di rileggerlo da capo. Succede anche di non finirlo. Di lasciare lì le ultime pagine. Come un conto aperto che non si vuole saldare. Voi rimanete lì con le vostre vite, ma non siete voi a lasciare me, ma io a prendermi una pausa da voi. Allora vi saluto Natasha e Nikolai.