lunedì 21 maggio 2007

Mousse au chocolat


C'è chi si può fermare al suo nome, già di per se invitante. Quando arriva la cameriera, con il suo bellissimo accento francese e ti elenca in mezzo a tutti gli altri dolci del menù, l'unico che tu aspetti di sentire. Proprio lui. Mousse ou chocolat. Già le orecchie sono appagate. Quindi a volte basta fermarsi al nome. Ma poi quando arriva nella sua coppetta di vetro o ancor meglio nel piccolo coccio scuro, fresca e con un piccolo o lungo cucchiaino, la magia è quasi compiuta. Si. Il cucchiaino è già dentro. Ha rotto la sua piccola crosticina e si è infilato nella spumosa mousse al profumo di cioccolato. Un sapore indescrivibile. Ma soprattutto il ricordo. Ricordo di me bambina. Seduta con la mia famiglia in un bar o in un ristorante, durante una bella sera di vacanza francese. Poteva cambiare la mia età, cambiava il piccolo paesino del sud francese. Cambiavano i dehors, le cameriere, i menù. Ma lei c'era sempre. Mousse au chocolat. Ricordo di insegne di ferro battuto che scricchiolano al vento, di profumi di spezie, di gioia. Non c'era il senso del tempo. Non c'era il domani. Perché nella vacanza, per di più di bambino, oggi ieri e domani sono la stessa cosa. Ma una sera, seduta in quel piccolo ristorante, con le gambe che penzolano e non raggiungono terra. Non c'era bisogno di conoscere il francese per capire quella piccola frase di delizia. E oggi come vent'anni fa, quando la cameriera arriva e me la porta, sento ancora tutte quelle cose messe insieme. E non c'è pranzo francese nel quale io possa rinunciarle.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Però non credo che da piccola l'avresti avanzata come l'ultima volta!
Un bacio