martedì 11 dicembre 2007

Viaggi di Natale

Il bello dei ricordi è il modo in cui emergono, a volte, in maniera del tutto inaspettata. Un suono, un profumo bastano a riportare alla memoria qualcosa di ormai morto e sepolto. O quanto meno ben rimboccato, infilato come un ultimo libro sotto una montagna di altri volumi venuti dopo, letti e riletti di recente. Ma tirandolo fuori a fatica, per non far cadere tutti gli altri, quel libro sepolto ci regala le stesse meravigliose sensazioni della prima lettura.
Ieri sera, sciopero dei trasportatori. Mille probabili disagi in un rientro a casa di 50 km tra tangenziale e autostrada. Immagini di me stritolata tra due tir a mò di salame in un sandwich ben guarnito. Decido di fare allora la vecchia strada statale lunga come la quaresima e noiosa come una lezione di latino. Passo dai soliti campi di granoturco, uno via l'altro, anche al buio li riconosco. Attraverso i ponti. Passo gli incroci. Al calduccio dentro alla macchina, già mi si crea quel senso di torpore misto a sonno. Entrando e uscendo dall'ennesimo paesino, mi accorgo che il Natale avanza e impera. Tra le gelide e anonime corsie dell'autostrada certo non potevo accorgermene, ma nella bassa pianura piemontese, il Natale regna indisturbato. Alberi che rilucono al buio, addobbi tra il kitch e il nostalgico abbelliscono i balconi delle case basse e larghe. E mi viene in mente dei viaggi di ritorno da bambina. Di quelli che mi parevano interminabili viaggi, seduta accanto a mio fratello sul sedile posteriore della nostra macchinona. Di quei viaggi di ritorno, da feste, parenti, pomeriggi con gli amici. Di quando tornavamo a casa, stanchi ma soddisfatti e guardavamo seduti nel buio fuori dei finestrini. Allora per distrarci li contavamo. Contavamo gli abeti colorati in mezzo ai giardini delle case. Io ne ho visto uno! Anche io lì! E avanti così tutto il viaggio. A volte ci stupivamo che così presto nella stagione già ce ne fossero così tanti. Altre volte neanche ci pensavamo. Stavamo lì attaccati al vetro umido e freddo della macchina, appannato dal nostro fiato a guardare quelle luci colorate. Quelle che ora sembrano a qualcuno un'espressione di consumismo priva di significato, agli occhi di bimbi e ancora ai miei di adulta sembravano piccole magie sorte dal nulla.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E magari mamma Grazia Maria, girandosi, diceva "bambini, ma la smettete di giocarvi addosso???"!!

Simone ha detto...

Alberi colorati eh? Per me Natale è sempre la massima espressione della felicità famigliare.
Ieri con la mia fidanzata abbiamo fatto un albero meraviglioso, nella mia casa.

E' il primo albero MIO, fatto nella MIA casa, fatto dopocena con Anna, come nelle migliori tradizioni.

Forse è nata una nuova famiglia?

Vale ha detto...

Spero proprio di sì! Sotto l'albero ci si ritrova e si creano piccoli momenti magici che si ricordano negli anni a seguire. Ed è con fare da bimba che in questi giorni metto uno dopo l'altro i regali sotto l'albero, in attesa di darli a voi tutti!

Anonimo ha detto...

Per Natale metterò delle ghirlande e poco più anche perchè ho un mini trasloco proprio in quella settimana. Ma gli addobbi me li godrò di riflesso. Mi beerò ammirando il tuo albero piccola,adorabile Valentina, immaginerò quello di Simone, il primo albero a casa Sua, con la sua dolcissima Anna. E credetemi sono felice così: il Natale è nel mio cuore tutto l'anno......