venerdì 21 marzo 2008

Bloggare in zona industriale

E' una vergogna aver trascurato così a lungo il mio blog. Lo so. Ne sono cosciente.
Quando qualcuno trascura il proprio blog non è mai per cattiveria nei suoi confronti. Lo immagina un po' come la fidanzata/o lontano a cui si pensa con tanto affetto, ma che proprio non si può raggiungere a causa dei tanti tanti chilometri che li separano. Così il blog tale e quale. Si pensa a lui. Lì che langue. Vorresti potergli dire tante cose, ma mancano il tempo e le occasioni.
Penso al mio blog ogni volta che passo davanti al casello di Vadò, che mi fa da anello di congiunzione tra la zona industriale e l'intricato mondo della viabilità torinese.
A fine giornata, stanca e con la mente semi lobotomizzata, mi capita spesso di infilarmi nella corsia Telepass e tirare fuori l'apricancello nell'inutile tentativo di farmi aprire da quello. La sbarra si apre comunque e io mi sento ogni volta un po' più scema. Sono momenti in cui, mi viene da dire, questo lo racconto sul blog.
Mi viene anche da pensarci quando vedo lo scempio che c'è qui, sempre in zona industriale. Luogo in cui le leggi non esistono, i bilici parcheggiano in mezzo alle rotonde. Nessuno mette le frecce, tanti vanno contromano.
Dove quando esci la sera, fuori dai nostri begli uffici, trovi le prostitute che fanno a pezzi i pallet ad un metro da te e si preparano a fare il fuoco per la fredda notte che le aspetta. Dove ogni luogo è un cassonetto. Dove Napoli ce l'abbiamo noi. Anche se qui la differenziata funziona, almeno per chi la vuole fare. Ma a due passi da industrie che producono fatturati da capogiro, come l'Italdesign solo per citare la più nota, dove crescono come funghi i centri commerciali, come il 45° Nord e a due passi sorgeranno nuovi capannoni con negozi e supermercati, lì di fianco c'è l'inciviltà. E questo ne è solo un piccolo esempio.


1 commento:

Anonimo ha detto...

sempre brava!!!!!! a raccontare e a documentare.
Evviva la giornalista che che c'è in te.
mams