venerdì 1 febbraio 2008

Privato vs pubblico

Lo so che è un luogo comune. E' sulla bocca di tutti, dei vecchietti che guardano i cantieri mentre la moglie a casa mette su il minestrone, dei signori seduti al bar tra un bicchiere di rosso e una partita a carte. Però lo voglio dire anche io.
Non mi capita spesso di avere a che fare con "lo Stato", intendendo tale le istituzioni nel loro vario genere e gli enti comunali in particolare. Ma quelle rare volte che le nostre vite si sfiorano e si incrociano mi vengono i nervi. Da buona mezza meridionale col sangue caliente, basta ben poco per farlo ribollire. Poche lungaggini, qualche faccia smunta e via di seguito.
Noi del privato siamo piccole api operose. Arriviamo in ufficio puntuali e se c'è tanto lavoro ci mettiamo a ronzare di buona lena e dimentichiamo pausa caffè e spesso anche pausa viccì. Possiamo compiere moli incredibili di lavoro in una mattinata, come la dea Kalì fare otto cose contemporaneamente ed uscire esausti ma soddisfatti del nostro operato in una giornata tipo di 8 ore.
Negli uffici comunali non succede proprio così. Pare che tutto sia lasciato al caso. Ipotizziamo di dover andare in anagrafe a fare dei semplici certificati, quindi non sto parlando di una richiesta di matrimonio tra una donna italo - kurda e un defunto. Perchè tutto non succede in modo semplice e automatico? Del tipo: devono prendere il numerino i casi x,y e z. Le altre lettere dell'alfabeto si dividano in fila. Gli uni accedono direttamente agli sportelli SENZA fare la fila, gli altri compilino gli appositi moduli. Una cosetta così semplice e chiara. Non pretendo niente di più. Il bello sarebbe conoscere questi semplici trucchi PRIMA di aspettare tre quarti d'ora, e prima che l'ultimo arrivato ma bene informato ti passi davanti per fare pratiche lunghe come la quaresima.
Se il mio Comune avesse bisogno di una consulenza, io sono disponibile!


1 commento:

Simone ha detto...

Orrore e raccapriccio, esistono anche uffici dislocati del catasto dove entri ti siedi e un impiegato gentile ti fornisce prontamente la pratica giusta... Tutto dipende dalla solerzia del dirigente. Se legassero gli stipendi alla produttività nel pubblico vedi tu. Il problema più grande del pubblico ormai sono i sindacati, lobby che proteggono chi vi è iscritto e quindi non i precari. Difendono gli dalle insidie del lavoro e dall'incertezza della pensione, mentre noi lavoriamo il triplo e forse la pensione non la vedremo.

Being Simone